“Lì mi sano” avrebbe esclamato una nobil donna romana che, secondo un’antica leggenda, un giorno si recò alle fonti di acqua sulfurea nei pressi di un piccolo insediamento sulle ultime propaggini dei Monti Martani. Una suggestiva, quanto poco probabile, origine del nome del castello di Limigiano, che forse deriva da “limite sano”, ovvero la prima zona sana al confine con la valle paludosa.
Un piccolo castello e una importante abbazia benedettina, San Michele Arcangelo, una storia di contese e rivalse, tra popolazione e abati, tra monaci e signori, tra abbazia e papato, tra castello e signorie dalle mire espansionistiche, tra papato e impero.
Dal 1827 parte del territorio di Bevagna e oggi piccolo borgo dove vivono una quarantina di persone. Un luogo dove si respira l’aria antica dei borghi collinari, dove il tempo pare essersi fermato, dove ogni pietra ha la sua storia: le mura del castello, la porta Cannara, le torri di vedetta.
Nella piccola piazza si erge l’abbazia, che a circa mille anni dalla sua fondazione, sopravvive in tutta la sua imponenza, donandoci immagini evocative, importanti testimonianze della pittura umbra trecentesca e quattrocentesca, in cui spicca il bel San Sebastiano di Nicolò Alunno, massimo rappresentante della scuola folignate, tra i più noti e apprezzati pittori del rinascimento umbro.